La scelta del potere

image_pdfimage_print

Un nobile di un tempo (anche un Re) impiegava nella migliore delle ipotesi giorni per spostarsi da Napoli a Roma e non disponeva di bagno riscaldato nè di acqua corrente. Doveva forse accontentarsi? Eppure il popolo intero invidiava, fra l’altro, le sue condizioni di vita! Inoltre a tavola non poteva scegliere tra il prosciutto di Parma e il salmone Norvegese o la carne Argentina.

Perchè oggi non si gode soddisfazione anche avendo molto più di tutto questo?
Quale sarebbe stato il primo sentimento del popolo se ognuno non avesse desiderato essere un nobile? E inoltre si percepisce il sentimento di chi, nonostante tutto, riesce ad invidiare il popolo?
Da questa semplice riflessione scaturisce che non è uno status a rappresentare in assoluto la gratifica ma il fatto di potere più degli altri. L’istinto di guida verso questa ambizione è nascosto più o meno bene in ognuno ma raramente ci si ferma a riflettere su come valorizzare questa inconsistenza.
Intanto è evidente che la diversità è alla base del progresso di se stessi, un ideale da raggiungere o un demone da cui fuggire costituiscono la base stessa dello stimolo progressivo. E’ la relazione con altri individui che ci fa cambiare.
Inoltre non è utile pensare di usare l’aiuto di qualcuno per sovrastare il suo potere. Un potente consapevole non darebbe mai più delle briciole al suo popolo per non essere spodestato. Egli inoltre controllerebbe tutti i mezzi convenzionali attraverso cui sottrargli potere.

Mettendosi nei panni del potente non è difficile pensare di essere giusti e generosi invece che tiranni. Il popolo sarebbe grato al potente.
Mettendosi nei panni del popolo è altrettanto facile pensare di suscitare invidia e odio negli animi delle folle.
In questa divisione si creano due parti in contrasto fra loro. Ma una delle due vincerà. Nel caso vinca il popolo grato, il potente resterebbe potente e il popolo grato. Nel caso inverso il potente perderà il potere a favore del più forte trascinatore delle folle alimentate da odio e invidia che diverrà il potente che, a sua volta, riterrà di essere giusto e generoso diversamente dal potente predecessore finchè nel popolo arriverà un altro trascinatore di folle che ripeterà la storia.

Oggi le conquiste della civiltà hanno complicato enormemente la struttura della società e le diversità si manifestano in molteplici forme e ambiti. Dalla ricchezza al potere politico, dalla bellezza alla scienza. E’ anche meno rischioso scegliere se stare dalla parte dei potenti o del popolo. Però, forse, è da considerare una vittoria la consapevolezza che per vivere non basta stare nè da una parte nè dall’altra ma piuttosto capire il significato e l’essenza di una tale diversità e la necessità fisiologica del divario finalizzato a creare l’instabilità intorno a un equilibrio che se raggiunto porta alla morte.

0 Responses to “La scelta del potere”


  • No Comments

Leave a Reply

Rispondi a questa domanda *